Nascita dell’Opera
Il brano nasce da un’idea originale di Claudio Santangelo che dedica il tema di questo pezzo al popolo Giapponese dopo la dolorosa strage del 03/11/2011, data che ha segnato profondamente i cuori delle persone orientali e non solo; tutto il mondo si è stretto attorno alla gente che ha sofferto e che ha patito gli effetti del tragico evento avvenuto nell’isola del Sol Levante, da qui la nascita del nome “Ensemble for One” che vuole sottolineare la vicinanza di tutti i popoli “uniti” per il Giappone.
Dato il grande interesse ed il successo postumo alla composizione originale, i compositori Claudio Santangelo e Stefano Delle Donne decidono di rielaborare l’opera enfatizzando ancora di più la drammaticità e la varietà di colori e sensazioni che accompagnano l’ascoltatore in questa descrittiva rappresentazione dell’evento.
La marimba e le percussioni primeggiano in questa orchestrazione fitta e variopinta che disegna un’ambientazione evanescente e dal profumo tipicamente orientale.
Introduzione all’ascolto
L’Opera inizia con l’immagine di una natura calma, tranquilla che aspetta silenziosamente il trascorrere del tempo. Sullo sfondo di questa pacifica rappresentazione emergono i suoni fastidiosi delle cicale negli archi ed il canto degli uccelli che librano nell’aria nei fiati; in questo tranquillo scenario riecheggia chiaramente il suono del Koto (pizzicato del violoncello) che intona un tipico canto popolare del luogo “Sakura theme” (tema utilizzato da Puccini nella Madame Butterfly proprio in onore del Giappone). Lontanamente si sente l’avvicinarsi di un temporale minaccioso che pian piano diventa sempre più forte; l’aria diventa sempre più frizzante, lo squarcio del timpano indica l’arrivo della tempesta e in un momento ci ritroviamo catapultati in una situazione di allerta introdotta dai colpi assordanti della “bambola giapponese” (woodblock).
Entra per la prima volta il solista con un ritmo costante e ossessivo che diventa sempre più veloce (“A tempo di orologio”), è il presagio di un infausto evento e la natura improvvisamente si rivolta. Inizia una lunga parte centrale, introdotta da una piccola cadenza della marimba, dove l’orchestra assiste attivamente la catastrofe che vertiginosamente si abbatte sul paesaggio.
Il solista e l’orchestra iniziano un vero e proprio dialogo, una battaglia che vede la natura scontrarsi con l’uomo (rappresentato dal violoncello concertante) che prova in tutti i modi a reagire. Per la prima volta in questa parte ascoltiamo il SetUp del solista, una scena sempre più ricca di concitazione vede le onde abbattersi con tutta forza sulle città inermi e la terra sgretolarsi al passaggio del terremoto.
Tutto questo passaggio culmina in un accordo dissonante dove emerge l’urlo assordante del violoncello con il suo tremolo nella tessitura più grave che stride con l’armonia dell’orchestra sotto il colpo pieno e roboante del gong.
Dopo un breve momento dove il solista rimane da solo ascoltiamo il cuore della gente ancora palpitante e in tensione per l’accaduto.
Il canto iniziale del Koto ora ritorna nei legni in forma di “preghiera”, una melodia lontana dalla spensieratezza introduttiva… un tema che tocca le corde dell’anima e che penetra nel più profondo dolore umano. L’oboe con il suo controcanto accompagna questo momento elegiaco e duetta con il violoncello che ormai stanco ed esausto prova con le sue poche forze a reagire; in questo punto ritorna il solista che si sostituisce al violoncello e che intona lo stesso sacrale inno, un’invocazione al perdono per la catastrofe causata.
In questo punto il solista ed il violoncello duettano in una breve parte concertante che porta al Climax dell’Opera dove fa la sua comparsa il Soprano, una voce lontana che con le sue note volteggia sulla scena ed illumina con una luce di speranza una lunga parte di contrappunti tra le varie parti dell’orchestra. Qui le tessiture si fondono in un solo corpo ed il tema, prima tragico e solenne, ritorna in canto di redenzione. Il tutto termina con uno stretto finale dove archi e fiati si alternano intonando a voce aperta l’incipit del leitmotiv che ormai diventa un inno alla vita. Pian piano la tensione si esaurisce ed in questi suggestivi momenti di silenzio riaffiora il battito del cuore che passa da uno strumento ad un altro.
Poi di nuovo il silenzio.
Ancora un esile sussulto… ormai tutto è finito e la vita può finalmente riprendere il suo corso.
Simbologia
Marimba e SetUp: Terremoto/Maremoto
Violoncello: “Anima” del popolo giapponese
Soprano: “Speranza”
Orchestra: Ambiente, specchio del dialogo tra i due solisti
Pizzicato con “plettro”: Koto Giapponese
Tremolo ponticello: Cicale
Cucù: Natura – cit. Sinfonia “Titano” di G. Mahler
Tremolo timpano: Temporale
SetUp: Onde infrante/tuoni
Grancassa: Battito del cuore